Archivio: Gianni Manzella

  • Come spiegare il teatro a una lepre morta. Da Beuys agli estoni NO99

    30 Novembre 2011 - Gianni Manzella

    Nell’autunno 1965, alla galleria Schmela di Düsseldorf, l’artista tedesco Joseph Beuys si aggirava davanti ai dipinti esposti con una lepre morta in braccio, a cui sussurrava parole non udibili da chi più lontano assisteva all’azione. La performance è rimasta nella memoria anche per il suo enigmatico titolo, Come spiegare i quadri a una lepre morta. […]

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  • Constanza Macras, un altrove chiamato Berlino

    4 Novembre 2011 - Gianni Manzella

    Questo non è uno spettacolo su Berlino. Dicono così le parole proiettate in apertura sullo schermo di fondo, nelle quattro lingue della città divisa in settori negli anni postbellici. Come fossero anch’esse poste su un confine, per entrare in questo Berlin Elsewhere, in questo altrove a cui solo provvisoriamente possiamo dare il nome di Berlino. […]

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  • La difficoltosa sepoltura dell’Amleto di Ostermeier

    15 Ottobre 2011 - Gianni Manzella

    È un agghiacciante slapstick la prima folgorante immagine offerta dal ritrovato festival della Biennale teatro. Sul riquadro di terra che occupa per intero la scena, dove è stata già scavata la fossa, poche figure vestite di scuro assistono all’atto finale di un funerale. Cade una pioggia sottile, che obbliga a stringersi sotto gli ombrelli. Ma […]

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  • Paesaggio dopo la battaglia. La speranza proiettata all’infinito di Pippo Delbono

    27 Luglio 2011 - Gianni Manzella

    Alla base del faro non c’è luce.  Uno spettacolo parlato. Un bisogno di parole, di prendere la parola percorre a folate Dopo la battaglia. Le parole per dire lo spirito dei tempi e un disagio personale che è dell’artista ma si trasmette allo spettatore. A lungo lo spettacolo sembra non voler cominciare. Bisbiglii, voci fuori […]

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  • Mundruczó e il progetto Frankenstein

    22 Luglio 2011 - Gianni Manzella

    Forse non è proprio come quando i fuoriusciti dello Squat theatre fecero irruzione a ovest, in un mondo ancora diviso da un sipario di ferro, trascinando gli spettatori dentro la loro casa occupata dove Andy Warhol conviveva con Dostoevskij e veniva ucciso da Ulrike Meinhof. Però qualcosa ce li ricorda, quest’altra tribù di ungheresi che, […]

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