• Jan Fabre tra caos e disciplina, un incontro a Bologna per la consegna del premio Ubu all’artista fiammingo

    Come l’anno scorso per Christoph Marthaler, il premio Ubu per il miglior spettacolo straniero presentato in Italia assegnato quest’anno a Jan Fabre verrà consegnato all’artista fiammingo nel corso di un incontro organizzato dall’Associazione Ubu per Franco Quadri in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna, la Cineteca e l’Accademia delle Belle Arti di Bologna.

    Protagonista indiscusso della scena artistica mondiale, Jan Fabre è autore di un teatro della fisicità percorso da corpi come macchine desideranti. I suoi spettacoli – come le istallazioni, i disegni o le sculture – vivono di una maniacale fiducia nella percezione della forma liberata dalle specificità di linguaggio. L’arte, il teatro, la danza, la scrittura, nella sua personale alchimia estetica, cospirano con un’idea di bellezza intrisa di morte e vulnerabilità, afflato vitalistico e grottesco, satira e alienazione.

    Da Surrender di Phil Griffin

    “I miei spettacoli si situano nel campo di tensione tra la libertà e il determinismo” afferma Fabre, al quale Ubulibri ha dedicato due volumi tra il 2008 e il 2010. L’opera del regista e coreografo belga, una delle forme esemplari della nostra epoca, sarà oggetto dell’incontro “Tra caos e disciplina”, che si terrà martedì 11 aprile alle 16.00 presso il Foyer Respighi del Teatro Comunale di Bologna, a cura di Piersandra Di Matteo durante il quale verrà consegnato all’artista belga il premio per il grandioso MOUNT OLYMPUS. To Glorify the Cult of Tragedy. Quello di Fabre è un universo artistico che interroga radicalmente l’essere umano attraverso un richiamo alle tradizioni occidentali che muovono dai rituali primordiali, alla tragedia greca, dai drammi medioevali agli amati pittori fiamminghi. L’esperienza profonda del corpo, vissuta per mezzo dei danzatori e performer con cui lavora, è un’offensiva lanciata allo spettatore, una strategia in cui lo shock del dolore, l’appello alla violenza e ai sogni divengono porta d’accesso per un approdo catartico. 

    Al tavolo con Fabre e Di Matteo, anche l’assessore alla cultura del Comune di Bologna Bruna Gambarelli, il sovrintendente del Teatro Comunale Nicola Sani e il direttore di Romaeuropa Festival Fabrizio Grifasi.

    A seguire, alle 20 al cinema Lumière, il film Surrender di Phil Griffin testimonia le prove di MOUNT OLYMPUS. To Glorify the Cult of Tragedy. A 24-hour Performance, spettacolo-capolavoro realizzato nel 2015 nel teatro-laboratorio dell’artista fiammingo, ad Anversa, coinvolgendo ventisette performer per dodici mesi. Lo spettacolo è stato presentato in esclusiva per l’Italia al Romaeuropa Festival, dove Fabre tornerà a fine settembre per presentare la sua nuova creazione The Belgian Rules al Teatro Argentina.

    Il regista britannico Phil Griffin, ex danzatore di Fabre (The Dance Sections, 1987), ha seguito personalmente gli ultimi quattro mesi di prove, camera alla mano: ha filmato i performer, muovendosi sul palco con loro, ma anche le osservazioni del regista, le conversazioni con il cast, i dubbi collettivi. Ha documentato sempre da solo, per non influenzare il processo creativo. Inoltre, ha condotto tre conversazioni approfondite con Fabre: una durante le prove, una in seguito al debutto e l’ultima dopo un anno di tournée. I temi delle discussioni non vertono mai esplicitamente sullo spettacolo, ma spaziano sulla filosofia e la poetica dell’artista, e la sua funzione nella società. Il montaggio della grande massa di materiali ottenuta è durato più di un anno: in collaborazione con il montatore Giulio Boato, Griffin ha ricostruito una nuova drammaturgia, diversa da quella dello spettacolo eppure fondata sulle medesime immagini. Dal dialogo tra le parole di Fabre e le riprese delle prove, filmate spesso a pochi centimetri dalla pelle degli attori, è nato Surrender: un film che non è solo un documento unico di un irripetibile processo creativo, ma una rielaborazione artistica dell’energia collettiva che caratterizza la creazione teatrale, quando il risultato non è ancora una certezza. La proiezione di Surrender sarà introdotta da Jan Fabre e Phil Griffin in dialogo con Enrico Pitozzi.

     

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