Alvis Hermanis o l’arte della memoria. Anche se, all’inizio, quel suo Revidents che ambientava la commedia di Gogol fra i fornelli di una sorta di trattoria familiare o di di mensa di paese, con cui si rivelò sulla scena internazionale il talento del giovane regista lettone, poteva essere letto in una chiave di grottesca critica […]
Continua a leggere...1. C’è un momento esemplare nella bella messa in scena della Trilogia della villeggiatura allestita da Toni Servillo. La giovane protagonista di quelle smanie, di tutta quella comica infelicità per un abito o per un amante, avanza sola fino al margine del proscenio ma lì, invece di dar voce a un suo atteso monologo, si […]
Continua a leggere...Andare a vedere un’opera notissima come il Woyzeck, scritta dal rivoluzionario tedesco Georg Büchner tra il 1836 e il 1837 alla vigilia della sua morte, e per questo in realtà incompiuta, nella versione riambientata dal video artista e regista William Kentridge sull’Highveld, l’altopiano del Sudafrica dove sorge Johannesburg, all’epoca dell’apartheid, porta diretti verso un’esperienza fortemente […]
Continua a leggere...Si era parlato di Pinter e Beckett, all’inizio, per ricondurre la scrittura teatrale di Spiro Scimone entro confini riconoscibili ai più. In realtà era apparsa subito evidente l’autonomia del linguaggio del giovane autore messinese, cioè la capacità di darsi leggi drammaturgiche proprie, e non solo per l’uso della lingua della propria terra fin tanto che […]
Continua a leggere...Lo spettacolo si chiamava Café Muller. Anno 1980, forse prima. Sulla scena racchiusa da alte pareti grigie, invasa da un mare di sedie che qualcuno si affannava a tirar via per consentire i passi degli interpreti, un piccolo gruppo di danzatori inseguiva la musica di Henry Purcell. D’un tratto una coppia si correva incontro, si […]
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